Pensieri sparsi sulla houseboat

Canal du Nivernais

Eccomi di ritorno, si fa sempre fatica a switchare dalla modalità travel/vacanza/cazzeggio alla routine quotidiana e forse vi aspetterete come primo post dopo questa mia pausa estiva un vero itinerario di viaggio, con tutte le info del caso sui posticini appena visitati. Ecco, siete fuoristrada, forse lo sono pure io in questo momento 🙂

Mi lascio andare allora a pensieri sparsi, come corde ingarbugliate ancora da dipanare. E voglio iniziare dalla fine, dall’ultima parte di questo Agosto disordinato, dall’esperienza sulla Houseboat in Borgogna. I primi feedback di un’esperienza particolare, molto direi.  Su questo blog per scelta non vi parlo di tutti i viaggi che ho fatto per fare numero o gongolarmi, ma solo di quelli che mi hanno colpito, mi hanno raccontato e trasmesso qualcosa, che siano dietro casa o dall’altra parte del mondo. E questo ne è un caso esemplare.

Houseboat

Ci sono viaggi dove macini chilometri, dove la strada e la fatica sono tante, gli input e i volti incontrati idem, dove le giornate sembrano non bastare mai e prevale la sensazione di tornare a casa avendo visto solo una piccola fetta, sempre troppo poco. Stavolta è stato l’opposto. E te ne puoi rendere conto solo quando ci sei sopra, perché la Houseboat è l’anti-itinerario per eccellenza.

E’ bastato poco per accorgermi che Lei è slow, così slow, ma talmente slow che ti smonta ogni programma, ogni velleità di voler vedere tutto di una zona. E sei costretto a rallentare. E se non bastassero quegli 8-10 km all’ora con cui scivola sull’acqua pacifica, ci si mettono decine e decine di chiuse a rallentarne il percorso ( di cui vi parlerò), dislivelli superati artificialmente dall’ingegneria idraulica rimasta inalterata come 150 anni fa.

Chiuse

E’ un incedere in mezzo alla natura silenzioso, ripetitivo, meditativo a modo suo. Un ritmo univoco che ricorda una forma di spiritualità, che non lascia spazio alla fantasia, alle variabili. L’unica alternativa sono le biciclette caricate sulla barca e le piste ciclabili che corrono parallele ai canali o si irradiano all’interno dei colli e nei paesini. Null’altro.

Il paesaggio della Borgogna è immobile, tranquillo, un dondolio di colline dai campi arati, pascoli, appezzamenti solcati dal canale su cui navighamo. E qualche paese, immobile pure lui, tanto bello quanto fermo nel tempo. Sembrano paesi disabitati o quasi, piccoli centri omogenei dove la pietra regna sovrana, quattro anime (forse), un unico negozio aperto (forse), un ristorante (merce rarissima), immancabili fiorellini alle finestre, ringhiere in ferro battuto, i ponti sul fiume e un’atmosfera rarefatta quasi uscita da un quadro di Monet.

Tutto tace, le nostre giornate scorrono lente come l’acqua del Canal du Nivernais. La chiave di volta è accettare il nuovo ritmo, non contrastarlo, capire che il viaggio non è la Borgogna o qualunque altra location avessimo scelto, ma la vita sulla Houseboat.  Una vita fatta di socialità con i tuoi compagni di viaggio, di ruoli semplici, di disordine perpetuo e di condivisione. Noi eravamo 4 adulti e 4 bambini e vi parlerò in un prossimo post di tutti gli aspetti pratici della vita sul barcone.

Paesi Borgogna

La condivisione comporta rischi: spazi ridotti, confort ridotti, bagni condivisi, e tutte le amenità di una barca. Quindi spirito di adattamento ed elasticità sono indispensabili. Superati questi ostacoli preliminari però la condivisione è anche opportunità, quella di mettersi in gioco, di conoscersi meglio, di comunicare a parole e non, di scoprire qualcosa di sé e degli altri in un contesto diverso dal solito.

Senza contare il divertimento allo stato puro dei bambini nel fare gli skipper, dividersi le cabine, mettere la musica a palla e ballare sottocoperta, collaborare ad aprire le chiuse, a lanciare le cime, sentire l’eco nelle gallerie del canale e mille altri momenti vissuti insieme, di sicuro il bene più grande di tutti.

La Houseboat non è una vacanza qualunque, sappiatelo. Datemi solo un po’ di tempo, perché ho avuto un rientro “burrascoso” (un eufemismo) e a breve conto di raccontarvi tutto 🙂 Vedo nel frattempo di mettere in ordine i miei pensieri arruffati…

2 responses to “Pensieri sparsi sulla houseboat

    • per questo non sono attrezzata cara 🙂 mi basta il mio, che già è un testone e ha preferito ritirarsi in un convento a meditare e non è venuto. Anche se gli sarebbe piaciuto.

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