Non amo tornare nei posti già visti, ma Sydney l’ho incrociata una volta per qualche giorno, l’ho voluta rivedere ancora a distanza di 10 anni (stessa cotta) e ci tornerei subito, per viverci. Lo so, sembra un’infatuazione, un colpo di testa, un desiderio irragionevole … ma nella vita a chi non è capitato di incrociare qualcuno, guardarsi negli occhi e senza bisogno di dirsi una parola o senza motivazioni, sentire una trasmissione di energia e un’attrazione forte? È un po’ lo stesso discorso, o no? 🙂 Provo allora ad ascoltare la mia pancia e spiegarvi il perché me ne sono innamorata.
Che sia bella è sotto gli occhi di tutti, e certo non lascia indifferenti. La modernità di solito per me non è un pregio, a me incantano la storia, l’architettura passata attraverso i secoli, l’arte e la bellezza modellata attraverso l’opera dell’uomo…e in questo l’Europa è imbattibile. Sydney è il contrario…quando si dice che gli opposti si attraggono! E’ spazio aperto, orizzonte libero, è rapporto col mare, è odore di salsedine, sono i ferries al posto degli autobus, è gente che nella pausa pranzo prende la tavola da surf e sotto l’ufficio ha una spiaggia hawaiana, è vivibilità, è dinamismo, è multiculturalità, è voglia di guardare al futuro nonostante tutto, è lo “scazzo” aussie (perdonate il termine) e la mancanza di forma, sovrastrutture, è andare volentieri a piedi nudi anche in città, è fregarsene di quello che si ha addosso, è un barbecue senza troppe pretese. E’ la città vivi e lascia vivere, se possibile in modo easy. Si capisce perché la adoro? L’anno scorso mentre ero lì ho postato su FB poche righe in cui dicevo: “non e’ una citta’, e’ una F-I-G-A-T-A!!! perdonate la licenza poetica ma qui nessun’altra parola rende meglio l’idea!!!”
Parliamo con Bob, amico polacco venuto qui 30 anni fa, lui ha fatto fortuna prima come ingegnere vendendo brevetti e poi mettendosi nel settore automotive, e con altri. Sia chi e’ nato qui, chi è immigrato 40 anni fa, o e’ venuto 3 mesi fa a sbarcare il lunario facendo il cameriere, sono tutti entusiasti della città, delle opportunità lavorative, della mentalità, dell’etica e di come funzionano le cose. Poche lamentele e ancora molta positività, spirito friendly, anche se la crisi globale ha investito inevitabilmente anche questa fetta di mondo, i consumi si sono ridotti, il boom immobiliare è rallentato, alcuni settori iniziano a far fatica e l’immagine dell’Australia in piena crescita degli ultimi 20 anni si sta sfuocando. Eppure… provate queste due o tre cosette e poi mi saprete dire se ne è valsa la pena:
- Daily Ferries ticket al Circular Quay
Secondo me niente rende meglio l’idea di cos’è Sydney che saltellare da un battello all’altro, da una baia all’altra sul Paramatta River, perché questa città è spalmata su una serie di insenature, promontori, cale tranquille o spiagge oceaniche. Vedi allontanarsi sul mare lo skyline del centro, ti senti piccolissimo passando sotto l’immensità dell’Harbour Bridge, e hai la possibilità di vedere la vita sul mare di questa città, la gente che va al lavoro quotidianamente in battello, le mille imbarcazioni di tutti i tipi, gli sport acquatici, i fari, i gabbiani, le ville fantastiche costruite a picco sul mare. Basta prendere un daily ticket, sedersi fuori anche a costo di prendersi un po’ di spruzzi e godersi lo spettacolo, la luce che cambia e si riflette sui vetri dei grattacieli e sulle onde. E un contesto naturale semplicemente spaziale. Respirerete quanto basta per affrontare l’intero anno.
- Passeggiando tra i vecchi magazzini di The Rocks
Chi l’ha detto che in Australia non ci sono tracce di storia? Il primo insediamento bianco di Sydney compare proprio qui, pare fosse un borgo di carcerati, balenieri, prostitute e criminali…una bella zona insomma 😀 poi nell’800 area di magazzini e commerci marittimi, poi la peste e l’abbandono, e dagli anni ’70 la bonifica e il restauro. Io li trovo fantastici. Un quartiere di vie strette, edifici coloniali, magazzini riconvertiti, sale da tè con koala imbalsamati e ristorantini giusti, boutique ultimo grido e un tocco di arredo urbano chic. Un quartiere oggi turistico (e un po’ salato), ma di quelli che stregano.
- Let’s go surfing at Bondi Beach
Bondi Beach non è solo una perfetta mezzaluna di sabbia e tanto vento, meta di lifeguards e surfisti incalliti. E’ l’atmosfera frizzantina, è la gioventù multietnica che sfila sulla Bondi to Cooge Clifftop walk, sono i fisici statuari che sfidano le onde e fai finta di non notare (e noti benissimo), è la cromoterapia delle tavole ordinate in fila sul bagnasciuga. E poi è enorme, libera e pulitissima, con tanto di prato verde per rilassarsi intorno…ma quante ce ne sono da noi così? Arrivi con comodo in metropolitana a Bondi Junction e vieni catapultato nel telefilm Baywatch. Mettici un aperitivo in un localino sul lungomare e il gioco è fatto 😀
- Manly Scenic Walkway
La prima mamma che faceva jogging spingendo un passeggino a tre ruote ultraleggero l’ho vista qui nel 2002, su questa passeggiata di 10 km a filo spiaggia. Anche qui i surfisti che cercano l’onda giusta non mancano mai, e le correnti non vanno sottovalutate, bisogna limitarsi alle zone imbandierate e sorvegliate, che qui basta poco e ti ritrovano in Polinesia :-D. Pensi sia una località di villeggiatura e invece non lo è, qui ci vivono, ci lavorano, è sempre Sydney. Fate due passi fino al North Head o alle miriade di calette, ognuna col suo promontorio scosceso alle spalle, poi mi direte se questa è una capitale come le altre.
- Una chiaccherata con gli italo-australiani
La comunità di origini italiane in Australia è molto numerosa e mi è capitato a Sydney, a Melbourne, nel Queensland come in piccole location di parlare italiano e attrarre da subito l’attenzione di qualche italo-australiano. Sono buffi e cordialissimi, spesso hanno i nonni o genitori del Sud Italia e adorano poter fare due chiacchere in italiano. Parlano un mix fluido di inglese e dialetto d’origine, si rischia di scoppiare a ridere la prima volta, poi capisci l’adorazione sincera che hanno per l’Italia, come se il nostro paese fosse un mito, un idillio, una roba esagerata e allora sorridi e… come si fa a smontarglielo? proprio no, non ce la si fa.
- La Sydney green
I Royal Botanical Gardens sono il polmone verde che arriva al mare di Sydney, per scappare dalla confusione della city, per farsi una corsetta, per portarsi un pic-nic, per vedere il profilo dell’Opera House da un’altra prospettiva. Curati è dir poco. Alberi secolari e fiori provenienti da ogni dove, pappagalli e uccelli strani dai becchi lunghissimi. E rigorosamente pubblici con ovunque raccolta differenziata, wi-fi gratis, bagni coi fasciatoi e aree giochi, oltre a un servizio di animazione per i più piccoli con clown travestiti che li intrattengono sui prati con musica e storie. Mica male eh?
- Il Queen Victoria Market & co
Passeggio per il centro, mi giro e non credo ai miei occhi, una presenza inquietante alle mie spalle, la vetrina di Luois Vuitton è occupata da un gigantesco canguro fatto di borsette…maròòò 😀 dopo questo battesimo sono pronta per la full immersion nei luoghi dello shopping e come non iniziare dallo storico Queen Victoria Market in George Street? L’esperienza dei malls in centro a Sydney è sensoriale, vi piacciono le scarpe in edizione limitata? entrate da Sneakerology e i sogni diventeranno realtà, cercate gioielli artigianali? basta mettere piede da Dinosaur Design. E per il vintage buttatevi nel miglio trendy di Ofxord street. E i tecnology-addicted dove li mettiamo? I tre piani bianchissimi dell’Apple store non vi deluderanno. Come dire, c’è n’è per tutti i palati.
- Darling Hourbour family-friendly
Un altro angolo di Sydney, un porto pieno di vita, di cose da fare (l’Acquarium, il Wildlife Zoo, il National Maritime Museum e l’IMAX Theatre, il Japanese Garden), di negozi, locali, l’immancabile Hard Rock Cafè e la monorotaia soprelevata. Gli artisti di strada intrattengono i bambini, la mia nanetta ne segue due con gusto, mentre per i grandi se non è la settimana del Jazz, sarà la mostra di Mirò, o basta pure sedersi all’Helm Bar, affacciato sulle acque movimentatissime del porticciolo, per godere di uno dei luoghi più esclusivi di Sydney. Di certo qui non ci si annoia!
- I canyon delle Blue Mountains
Due orette di strada da Sydney e sei tra rocce arenarie, gole ripide e foresta pluviale. Siamo al cospetto delle Three Sisters e fa una certa impressione, camminiamo lungo il Princes Rock Walk e respiriamo aria fresca di montagna. Qui dai punti panoramici guardo gli eucalipti della Grose Valley e mi sento davvero lontana da casa. Lontanissima. Blue Mountains deriva dal fatto che l’olio ricavato dagli alberi di eucalipto quando la temperature è alta, specie la sera, sprigiona vapori che rendono l’aria, e anche la vista, di un leggero blu … un blu che rimane negli occhi e nei ricordi a lungo.
Non vado avanti se no vi stresso, ma davvero Sydney mi fa venire una gran voglia di scrivere 🙂 per le foto (e ne ho a bizzeffe) metterò un prossimo post fotografico, che in questi giorni il tempo per il blog è veramente risicato e ora è tardissimo e mi si chiudono gli occhi.
E poi finisce come sempre, il senso di responsabilità, i genitori anziani, i percorsi di vita che fanno giri tutti loro e ti mettono avanti ben altre strade e finisce che quel sogno #sepotessiscegliere rimane in un cassetto, che mi piace riaprire ogni tanto … almeno per spupazzarmelo un po’ 😀
Come ti capisco… Questo post lo condivido riga per riga!:) a presto con altre foto!
comitato aspiranti italo-australiane all’appello… buona giornata Francy
Ci sei riuscita…mi hai fatto voglia di andarci!!!
me la sono fatta tornare pure io (nonostante le ore piccole in cui ho scritto il post)
OMG Monica, dopo un post cosi chi ha voglia di andare al lavoro???
Ogni tanto piace rileggerlo anche a me, vedrai che Sidney ti piacerà un casino!!! e dicono che non ci sia due senza tre quindi prima o poi torno pure io 🙂