Acchiappo al volo il nuovo tema lanciato da Senso dei miei Viaggi e questa volta l’argomento è un ventaglio così ampio, di quelli che lasciano spazio all’interpretazione di ognuno. Quindi le mie “Strade dei miei viaggi” no, non saranno legate a luoghi fisici. Metterò tre fotografie come da regolamento ma in realtà in questo post vi racconto un’unica storia, che è realmente accaduta (senza nomi o troppi dettagli) e che ha fatto dare una sterzata netta alla mia vita.
Perché le strade dei miei viaggi in 20 anni di peregrinazioni saltuarie si sono incrociate con tante persone, e tra queste anche con uomini (pochi nèèè, non fate subito i maliziosi!) che hanno lasciato il segno. Non nascondiamoci dietro ad uno spillo, il viaggio è anche un’opportunità di incontro per uscire dal solito giro di amici, colleghi, conoscenti, per togliersi dalla propria confort zone, per lanciarsi in situazioni diverse e tra i tanti incontri sulla strada può capitare perché no di innamorarsi. A me è successo e chissà a quanti di voi 🙂
La mia storia comincia un bel po’ di anni fa e gli ingredienti in sintesi sono questi: io viaggiavo in compagnia di due amiche, lui viaggiatore solitario di quelli che avevano girato mezzo mondo e molto più grande di me, ultima settimana di viaggio, quindi più stanziale dopo 3 settimane di ontheroad. La location una famosa isola thailandese. Ci conosciamo, si parla un sacco, si noleggia uno scooter insieme, si fan dei gran bagni lontano da tutto e tutti, ci si guarda in quel modo che non ci sono storie. Ok c’è feeling, ma parecchio, il cuore batte appena ce l’ho davanti. Arriva il giorno X, l’ultimo prima del ritorno, io e lui di fronte, la spiaggia, il mare, la notte, la luna piena (eccheppiùù).
Avete idea di quando vorresti fare tutt’altro e tiri fuori una mezza frase idiota di cui ti pentirai tutta la vita??? Non so se vi è mai capitato, ecco ho detto proprio quella. E me ne sono andata senza chiedergli volutamente un cognome, un indirizzo, un cellulare, un’email. Nada de nada. Volevo solo resettarlo. Ero sul ciglio estremo, stavo per cedere tra le sue braccia (e quanto avrei voluto lo so solo io.. e anche quel pover’uomo!). Invece a quei tempi ero maledettamente responsabile, l’idea di tradire la fiducia di un fidanzato che mi aspettava a casa mi faceva stare male e anche se lui mi piaceva e affascinava moltissimo gli ho dato un due di picche di quelli da manuale. Beata gioventù!!!! (si fa per dire).
Da lì è iniziata per me una via crucis di rimpianti durata circa due anni. Credo di essermi data una bella zappona sui piedi, quel viaggio si è chiuso con un grande #epicfail, un errore che avrei pagato caro, carissimo, a suon di “ma sei deficiente”, “te possino”, “che pollo”, “tempus fugit”, “ogni lasciata è persa” e qualche lacrima. Tant’è la frittata era fatta, avrei dato oro per cambiare le lancette dell’orologio, tornare là, su quella spiaggia e comportarmi diversamente. Ma diciamolo, me la sono fatta sotto, non ho avuto coraggio e amen, me la sono giocata. E male.
Dopo due anni il lutto era elaborato. Un altro lungo viaggio ontheroad all’orizzonte in Sudafrica. Questa volta con un gruppo di sconosciuti, a parte un’amica. All’aeroporto si materializza il mio scherzo del destino, chiamatele sliding doors, coincidenze, leggi dell’attrazione. Si presenta tra i miei compagni di viaggio un altro uomo, ma stesso identico nome, stessa età, stessa corporatura, stesso sorriso, stessa città di residenza, stessi interessi, somigliantissimo. Lo giuro, quando l’ho visto e gli ho parlato pensavo a una candid-camera e non riuscivo a crederci.
Era un altro viaggio, un’altra persona. Tutto qui. Dovevo solo mettermelo in testa. Credo i primi 10 gg di averlo trattato con molto distacco, non volevo sovrapporre due cose distinte, due esperienze che non c’entravano nulla una con l’altra. Ma tant’è la storia ciclicamente si è ripetuta, discorsi, posti vicini al safari, voglia di stare insieme a mille, di nuovo quella sensazione, identica e fortissima. E lo schiaffo lo avevo già ricevuto, la lezione precedente era stata chiara, non potevo commettere di nuovo lo stesso errore. Non potevo proprio permettermelo.
Era come se lo avessi aspettato tanto, e il destino avesse deciso di darmi finalmente una nuova opportunità. Ed io ero cresciuta, ero pronta. Quel tanto da capire che “ora o mai più”. E’ così che a metà viaggio, quando ormai i segni tra di noi erano evidenti, un giorno l’ho chiamato in disparte, l’ho fatto sedere a un tavolino e gli ho raccontato tutta la storia precedente. Gli ho detto la verità e gli ho fatto capire che forse quel nostro incontro non era per caso. E da lì è iniziata una lunghissssssssssima storia, che dura tutt’oggi, lui è mio marito. E la nostra strada, dopo quel viaggio, è proseguita insieme.
Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita.
Jack Kerouac
Che bella storia!
L’ho letta tutta d’un fiato.
Quando ci si mette il destino …
Ciao
Norma
ciao Norma, a raccontarla così, a distanza di anni, sembra facile ma garantisco che ha portato uno scompiglio assoluto delle mie giornate per anni 🙂
mamma mia che storia!!!!!!!Quando si dice “il destino” eh? wow…sembrava un film!!
e giuro che è tutto vero…ho pure i testimoni 🙂 ciao Chiara e grazie di essere passata di quà
Ma che bella storia! Quanto alle lasciate e perse potrebbe essere il prossimo tema… Maledetta educazione cattolica!
ehhhhhhh, cara, poi con gli anni si impara però a non essere così cucù 🙂
Emozioneeeee…
Sembra la sceneggiatura di un film!!
Viene da chiedersi che fine abbia fatto l’altro… 😉
chi lo sa, magari un giorno legge il blog e si rifa vivo 🙂 sono un genio (come no)
Mai dire mai… 😉
Molto appassionante..quasi una trama da film e bellissime le foto, specialmente l’ultima ˆ_ˆ
grazie Stefania, l’ho scattata in Australia vicino alla Great Ocean Road, una galleria di rami col nastro d’asfalto in mezzo.
Sono le sette di mattina, e’ da un’ora che sono a letto girovagando sul web in attesa di alzarmi e trovo la tua storia. Le opportunità della vita sono sorprendenti a volte.
Eh sì, credo poi stia a noi avere occhi aperti e saperle cogliere. Buona giornata Tiziana 🙂
Ho avuto l’onore di sentire questa storia raccontata di persona e non avrei mai pensato che un giorno avrebbe trovato posto sul blog …
Felicissima dunque di avertene dato lo spunto, perchè è una di quelle storie dolenti e bellissime che è sempre emozionante ascoltare … anche quando sono scritte!
Grazie
ma sto blog mi fa un effetto strano.. e pure i tuoi spunti, borderline tra viaggi e “valigia personale”, contribuiscono. Che dici devo sbottonarmi meno?
che bello questo “borderline tra viaggi e valigia personale” … la più bella definizione mai ricevuta in assoluto!!!
Ma che sbottonarti meno … più è personale, più il blogging è bello! Almeno a mio modesto avviso 🙂
la strada con gli alberi è semplicemente fantastica 😉
Emozionante! Sembra un racconto fantastico, deve essere stato bellissimo averlo vissuto.
Confermo Ale, anche perchè è stato l’inizio di una serie di eventi di quelli che non passano inosservati 🙂
Bellissimo racconto!
Grazie 1000 cara 🙂
ma che bello questo racconto… e questo amore che è nato dall’altra parte del mondo!!
Grazie Federica, bello perché sincero 🙂
Che storia meravigliosa !!!:) complimenti 🙂
Ho scoperto solo ora questo post grazie all’hashtag #sensomieiviaggi e mi sono ritrovata a leggerlo appassionandomi come non avrei creduto! che bella storia con l’happy end ma soprattutto scritta molto bene e ovviamente…che belle foto 😉
grazie 1000 Lucrezia, il senso di un viaggio passa attraverso incroci che il più delle volte non ci si aspetta…è proprio questo il bello 🙂